Fisioterapia

Le domande più frequenti

Ogni volta che un Fisioterapista dice di occuparsi di Riabilitazione del Pavimento Pelvico, le prime domande che vengono fatte sono sempre le stesse:

  1. veramente esiste una Riabilitazione per il Pavimento Pelvico?
  2. …a chi serve?
  3. …a cosa serve?
  4. …e cosa si fa in una seduta?
  5. quanto dura una seduta?
  6. quante sedute si dovrebbero fare?

 

Anche se non è mai semplice essere chiari e concisi nello stesso tempo su argomenti che riguardano la salute, e che pertanto prevedono tantissime variabili e situazioni estremamente diverse e personali… ho deciso di provarci!

1. Veramente Esiste una Riabilitazione per il Pavimento Pelvico?

Sì, la Riabilitazione del Pavimento Pelvico esiste ed è rivolta al trattamento di tutte quelle disfunzioni di natura Urologica, Ginecologica e Coloproctologica che sono riconducibili ad una alterazione della funzionalità del Pavimento Pelvico.

Le problematiche muscolari che si possono riscontrare in questa zona sono riconducibili ad una diminuzione del tono, un’aumento del tono o un’alterazione della coordinazione motoria dei diversi muscoli.

2. ...a chi serve?

…come prevenzione    

  • Post Partum
  • Pre e Post Intervento di Chirurgia Pelvica
  • Ipovalidità del Muscolo Elevatore dell’Ano       

… come cura

  • Incontinenza Urinaria da Stress
  • Incontinenza Urinaria da Urgenza (lieve)
  • Incontinenza Urinaria Mista
  • Prolasso (lieve)
  • Disfunzioni Sessuali
  • Dolore Pelvico Cronico
  • Vescica Iperattiva                    

3. …a cosa serve? (L’obbiettivo della Fisioterapia)

Per migliorare le condizioni del Pavimento Pelvico e diminuire le problematiche derivanti da eventuali disfunzioni muscolari a questo livello, è necessario ricoprire i nostri muscoli e soprattutto saperli controllare. Perché ci sia “controllo” del movimento è necessario che ci sia prima l’apprendimento del movimento stesso. E’ necessario che il paziente arrivi al risultato attraverso una serie di fasi che lo portino prima a comprendere e gestire attivamente il movimento. In un secondo momento dovrà migliorare l’efficienza della propria performance. E infine dovrà inserire questa nuova capacità motoria in diversi contesti, al fine di renderla sempre più automatica (cioè dedicando sempre minor attenzione allo svolgimento della performance stessa).

4. …e cosa si fa in una seduta?

Tutte le Tecniche Riabilitative sono indirizzate al miglioramento dell’attività del Muscolo Elevatore dell’Ano nelle sue diverse funzioni: sostegno dei visceri, mantenimento della pressione di chiusura uretrale, miglioramento del movimento volontario degli sfinteri, sviluppo e/o rinforzo del riflesso di chiusura perineale allo sforzo, miglioramento della qualità dei rapporti sessuali.  In generale si può suddividere l’Approccio Fisioterapico in:

a. Stimolazione Elettrica Funzionale: un elettrodo sonda posto direttamente in vagina stimola il muscolo alla contrazione al fine di riattivare la muscolatura e di aumentare la percezione della zona di lavoro e del tipo di movimento che è necessario apprendere.

b. Terapia Manuale: la chinesi  è utilizzata per aumentare la percezione della zona Perineale, grazie ad una stimolazione digitale. Facilita inoltre la comprensione del movimento stesso; aiuta il rilassamento muscolare in caso di Pavimento Pelvico Ipertonico; può inibire i punti di dolore (trigger point).

c. Biofeedback:è una tecnica grazie alla quale la paziente migliora o corregge l’idea che ha del movimento e impara ad avere il controllo sul movimento stesso. L’azione eseguita viene presentata con un segnale visivo e/o acustico permettendo di individuare eventuali errori e correggersi, ottenendo così un controllo motorio corretto. Questa tecnica risulta molto utile nel lavoro sul Pavimento Pelvico perchè generalmente non si ha una buona conoscenza della propria muscolatura e della sua attività, il tutto è complicato proprio dalla mancanza di controllo visivo sulla zona in questione.

d. Esercizio Terapeutico: una serie di esercizi eseguiti attivamente dalla paziente, sotto la guida del Fisioterapista. Grande importanza deve essere data anche alla fase di rilassamento è molto importante e non va trascurata. Il Pavimento Pelvico infatti partecipa a più funzioni, alternando momenti di lavoro attivo a momenti di rilassamento completo. Questa per esempio è indispensabile per la fase di svuotamento della vescica, nella fase espulsiva durante il parto e durante i rapporti sessuali. Tra le varie tecniche Riabilitative l’Esercizio Terapeutico rappresenta l’approccio più efficace in caso di sintomi da disfunzione muscolare. In particolar modo ciò è legato all’adattabilità dell’esercizio stesso al particolare caso del paziente. Gli Esercizi Riabilitativi saranno cioè adattati all’individuo, e di volta in volta saranno modificati in base ai miglioramenti ottenuti dal paziente stesso.

e. Autotrattamento e trattamento domiciliare: la zona è piccola, non esposta al controllo visivo e compie un movimento al quale non segue un effetto “visibilmente” evidente. Quindi, per quanto si possa essere attenti alle spiegazioni, avere una buona conoscenza del proprio corpo e una buona capacità di riconoscerne il movimento, non possiamo sapere se stiamo effettuando un movimento corretto se non ce lo dice “qualcuno” (il Fisioterapista). Un altro rischio del “fai-da-te” è quello di attivare inavvertitamente altri gruppi muscolari che intervengono per aiutarci nell’esecuzione del movimento richiesto.

Alcuni di questi gruppi non creano vantaggi, ma neanche problemi; altri gruppi muscolari invece, se attivati, creano un’ulteriore difficoltà al lavoro dei muscoli del Pavimento Pelvico (gli addominali per esempio). Inoltre un’esecuzione non corretta ad affaticabilità o rigidità e addirittura portare a sensazioni di “fastidio” se non proprio di “dolore” che può essere avvertito anche nella zona addominale bassa. Il terapista in ogni seduta verificherà che il movimento sia corretto, che la contrazione stia migliorando e darà indicazioni per gli esercizi successivi. Ma tra una seduta e l’altra il paziente DEVE lavorare a casa, seguendo le indicazioni del Fisioterapista. Buona parte dei risultati dipendono dal tempo che si dedica agli esercizi!

f. Riabilitazione comportamentale: questa fase della Riabilitazione è legata alla correzione di comportamenti sbagliati messi in atto dalla paziente per evitare il verificarsi del problema o di situazioni che possono metterlo in difficoltà. Spesso accade che, mentre il soggetto “aspetta” che il problema si risolva spontaneamente (come se ciò fosse possibile!), si mettono in atto alcuni comportamenti errati: bere poco, andare in bagno prima di uscire di casa anche senza stimolo, frequentare solo posti dove si ha la certezza di avere un bagno a portata di mano, andare in bagno più spesso per mantenere la vescica vuota, smettere di fare sport…

Grazie ad un’attenta raccolta di informazioni (che generalmente avviene in prima seduta) il Fisioterapista darà indicazioni utili a modificare questi comportamenti errati iniziando in maniera graduale e in situazioni in cui il soggetto si senta a proprio agio (esempi: togliere gli ausili assorbenti solo quando è in casa, rimandare il momento di andare in bagno per qualche minuto…).

g.Ausili Assorbenti: esistono diversi ausili assorbenti che variano per grandezza, forma e capacità di assorbenza. La loro utilità dipende dalla persona, dal momento e dalla quantità di urina che si perde. L’obbiettivo al quale si aspira è l’eliminazione completa dei ogni ausilio assorbente. Nei casi in cui ciò non è possibile si cercherà comunque di ridurne le dimensioni e/o il tempo di utilizzo.

h. Coni Vaginali: sono degli ausili che le donne possono utilizzare comodamente in casa propria. Sono dei piccoli coni con un cordino che si inseriscono direttamente in vagina. Generalmente si vendono in confezioni da 4 con pesi differenti. Si inizia con l’inserimento del cono più leggero che deve essere trattenuto in vagina per circa 15 minuti mentre si svolgono le attività di tutti i giorni (spolverare, spazzare… starsene seduti sul divano non vale!). Quando si è in grado di trattenere il cono più leggero per il tempo prefissato, si passa al successivo e si procede fino al cono più pesante. Questo tipo di “ginnastica” per il pavimento pelvico è più utile nei casi di Incontinenza da Urgenza, tuttavia rappresentano un aiuto anche per quelle persone che non riescono a percepire ed attivare da sole la muscolatura del proprio Pavimento Pelvico.

5. quanto dura una seduta?

Non tutte le sedute sono uguali, possono variare di volta in volta gli esercizi e quindi anche il tempo totale del trattamento. Generalmente la prima seduta è un pochino più lunga (circa 1 ora), perchè si devono raccogliere tutte le informazioni necessarie all’impostazione del più corretto Progetto Riabilitativo. Durante le varie sedute il Fisioterapista verificherà il lavoro fatto a casa dal paziente e i miglioramenti ottenuti; in basi a ciò stabilirà il lavoro più idoneo per procedere. Ciò significa che non necessariamente in tutte le sedute devono essere utilizzate le stesse tecniche, o che debba essere dedicato lo stesso tempo a tutte le tecniche che vengono proposte (per esempio si possono dedicare 20 minuti all’elettrostimolazione funzionale e solo 10 al Biofeedback). Possiamo dire che le successive sedute variano dai 30 ai 45 minuti.

6. quante sedute si dovrebbero fare?

Anche questo è un dato altamente variabile a causa della differenza di risposta al trattamento. Generalmente si effettuano cicli di 10-12 sedute con frequenza settimanale o bisettimanale. Possono esserci dei cicli di “controllo” a 3 – 4 mesi di distanza che sono più brevi: 4-5 sedute. Ideale sarebbe ripetere il ciclo di controllo dopo altri 3 – 4 mesi. Ma queste indicazioni sono sempre suggerite in corso di trattamento dal Fisioterapista o dal medico di riferimento.

6. quante sedute si dovrebbero fare?

  • Gravidanza (è possibile effettuare solo gli esercizi),
  • mestruazioni in corso,
  • pace maker (solo in caso di elettrostimolazione),
  • difficoltà della paziente ad accettare la sonda,
  • disturbi cognitivi che non permettono una partecipazione attiva.